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Approfondimento: tassazione regime forfettario 2024
Come puoi capire se il regime forfettario fa al caso tuo o meno? Questo regime fiscale è uno dei più comuni in Italia perché rappresenta la tassazione più vantaggiosa per coloro che vogliono aprire una nuova partita IVA riducendo i rischi.
Ogni anno, però, cambia il funzionamento della tassazione di questo particolare regime agevolato e in molti hanno le idee confuse. Ecco perché abbiamo deciso di realizzare questo articolo di approfondimento per chiarire il più possibile gli aspetti fiscali legati al regime forfettario e al suo funzionamento.
Regime forfettario 2024: come funziona la tassazione agevolata
A differenza degli altri anni, per questo 2024 non ci sono grandi cambiamenti: si confermano le novità introdotte a gennaio 2023, ovvero l’innalzamento della soglia di fatturato a 85mila euro e la soglia anti-elusione di 100mila euro, oltre cui non è possibile andare se si vuole mantenere il regime agevolato.
Il funzionamento del regime forfettario si basa sul seguente sistema contabile: partite IVA e ditte individuali possono calcolare le proprie imposte sul reddito applicando un coefficiente di redditività a quota fissa.
L’imposta sostitutiva prevista dalla tassazione agevolata è del 15%, ridotta al 5% nei primi cinque anni di attività. Questa imposta sostituisce l’IRPEF che, generalmente è del 23% per il regime ordinario. Inoltre, i contributi INPS dovuti sono ridotti al 35%
Tutti i prodotti o i servizi venduti da una partita IVA forfettaria sono esenti da IVA.
L’importanza del codice ATECO
Le partite IVA che utilizzano il regime forfettario pagano un’aliquota fissa dell’imposta sul reddito, indipendentemente dall’importo dell’utile. L’imponibile è la parte del reddito soggetta a tassazione e si calcola in base al coefficiente di redditività che, a sua volta, cambia in base al codice ATECO che contraddistingue la partita IVA.
Il codice ATECO è fondamentale perché in base alla tipologia di attività è possibile determinare una stima delle spese che la partita IVA dovrà sostenere.
Regime forfettario e calcolo delle tasse
Per calcolare le tasse in regime forfettario bisogna tenere in considerazione, prima di tutto, il reddito imponibile (che non è progressivo e non dipende dal fatturato annuale). A partire dal secondo anno di attività in poi, all’imponibile lordo bisogna sottrarre i contributi versati nell’anno precedente per ottenere l’imponibile netto e da quest’ultimo si calcolano l’imposta sostitutiva e i contributi previdenziali.
Qui entra in campo il coefficiente di redditività che, più il settore è ritenuto redditizio più risulta essere alto. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile trovare la lista completa dei relativi coefficienti allegati ai singoli codici ATECO.
Per calcolare l’imponibile la formula corretta è:
Reddito Netto x Coefficiente di Redditività
Cosa sapere?
Le ditte individuali in regime forfettario possono richiedere una riduzione del 35% dei contributi previdenziali.
Se sei professionista in gestione separata INPS il contributo previdenziale è del 26,23% (2023).
Vi ricordiamo che anche i soggetti in regime forfettario devono emettere le fatture elettroniche. Per soddisfare questo nuovo obbligo fiscale affidati a Winfatt, la soluzione più semplice, completa ed economica ideale per i professionisti e le ditte individuali forfettarie.