Attualità
IVA: stop allo Split Payment per i professionisti
In questo 2018 pieno di novità per le imprese, lo Split payment è sicuramente uno degli argomenti più caldi.
Introdotto nel 2015 con la Legge di Stabilità e ampliato successivamente con la Legge numero 50/2017, il nuovo meccanismo per la scissione dei pagamenti è stato introdotto in modo da ridurre le numerosi frodi fiscali.
In questo articolo ti riassumo il significato dello Split payment, quali sono i cambiamenti dopo l’entrata in vigore del nuovo Decreto Dignità e come quali sono le figure professionali coinvolte.
Che cos’è lo Split payment?
Lo Split payment è il nuovo meccanismo per scissione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione con riferimento alle nuove regole per la liquidazione dell’IVA da parte delle PA.
Con il Decreto Dignità entrato in vigore il 14 Luglio 2018, abbiamo assistito ad un passo indietro da parte dello Stato in cui elimina, tra le figure soggette al nuovo meccanismo, i professionisti che operano con le pubbliche amministrazioni e le loro controllate, nonché con le società quotate al Fitse Mib.
L’articolo 14 del decreto legge prevede che:
Le disposizioni di cui all'articolo 17-ter, comma 1, del Dpr 633/72, non si applicano ai compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito.
Ciò significa che i professionisti e tutte le altre figure soggette a ritenuta, non saranno più obbligati a emettere fatture nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e le società sottoposte al nuovo meccanismo per la scissione dei pagamenti.
Per scoprire come emettere la fattura seguendo le nuove indicazioni dello Split Payment clicca qui.
A cosa comporta l’esclusione dallo Split payment?
In questo momento tutti i soggetti esclusi dallo Split payment devono tornare al regime ordinario
- emettendo la fattura con l’esposizione dell’IVA a debito;
- il cliente dovrà pagare al professionista o fornitore l’intero importo della fattura trattenendo l’importo della ritenuta;
- il fornitore/professionista verserà l’IVA.
IVA: quando pagarla
Questo cambiamento di rotta ha portato molta confusione sul versamento dell’IVA. Per questo motivo, qui di seguito, ti ho elencato le tre categorie di riferimento specificando in quale momento devono versare l’IVA.
- Professionista: a seconda della tipologia di clienti, il professionista dovrà versare l’imposta al momento del pagamento da parte del committente.
- Pubblica Amministrazione: il versamento dell’imposta può avvenire quando il committente paghi la fattura che dovrà essere integrata con la dizione “fattura ad Iva differita”.
- Società: l’Iva deve essere versata entro il 16 del mese successivo a quello di emissione della fattura ovvero entro il 16 del secondo mese successivo al trimestre.
Come tornare ad operare secondo il vecchio regime ordinario
Tutte le fatture emesse dal 14 Luglio 2018 in poi, per i professionisti e tutte le figure soggette a ritenuta, devono essere emesse a seconda del regime ordinario.
Le fatture emesse prima del 14 Luglio restano soggette allo Split payment.
Nel caso in cui bisogna applicare delle note di variazione, per le fatture emesse precedentemente l’entrata in vigore del Decreto Dignità, bisogna tener conto del regime della fattura originaria.
I fornitori, in questo caso, non potranno portare in detrazione l’imposta limitandosi così, ad effettuare un’annotazione nel registro vendite.
Ti aspetto nei prossimi articoli ricchi di aggiornamenti e informazioni sul GDPR, Fattura Elettronica, Attualità e tanto altro.
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