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Attualità

Che cos'è la Web Tax Italia e a chi si riferisce



La proposta di introduzione della tassa sui servizi digitali risale a quasi cinque anni fa, annunciata inizialmente dal governo Gentiloni e successivamente da Conte nel 2019.  L’imposta sui servizi digitali è stata introdotta con l’articolo 38 della prima bozza del Decreto Fiscale, ma successivamente eliminata.

L’attuale Disegno di Legge di Bilancio prevede ancora una volta la Web Tax, obbligatoria dal 1° Gennaio 2020 e riferita alle grandi imprese che forniscono servizi digitali sul territorio italiano.

Dario Stefano (PD), ha annunciato la necessità di modificare la manovra, etichettata come “non equa", e di introdurre l’imposta del 3% solo sui ricavi ottenuti dai servizi digitali, così da “salvare le piccole aziende che collaborano con le grandi imprese come Amazon ed Ebay”.

Nei prossimi paragrafi vedremo nel dettaglio che cos’è la Web Tax Italia, a chi si riferisce e cosa prevede.



Web Tax Italia cos’è


La Web Tax Italia si riferisce ad un’imposta del 3% sui servizi digitali offerti dalle grandi piattaforme come Amazon, che fatturano almeno 750milioni di euro e ottengono un ricavo di almeno 5,5 milioni di euro attraverso i servizi digitali offerti nel territorio italiano.
La Web Tax Italia si applicherà ai titolari delle imprese residenti o non residenti in Italia, che effettuano servizi digitali con clienti italiani.

Sono state effettuate modifiche nelle due proposte di introduzione dell’imposta bocciate precedentemente, tra il 2018 e il 2019, come l’introduzione della Digital Taxation a livello europeo, che fu presentata dalla Commissione UE.

Il relatore Dario Stefano, senatore del Pd, ha affermato che l’obiettivo della Web Tax è di “colpire le multinazionali della digital economy che sfuggono da tempo al fisco italiano” prosegue poi dichiarando l’urgenza di una modifica della norma, perché:”..è ingiusta quando colpisce nello stesso modo le imprese nel volume complessivo di ricavi e non solo quelli derivanti da servizi digitali. È necessario un intervento di modifica della norma, che consenta di recuperare anche l'obiettivo di equità fiscale".

Web Tax Italia: cosa prevede


L’introduzione della Web Tax Italia prevede un’aliquota del 3% sui ricavi da applicare ai soggetti che prestano servizi digitali in Italia e hanno un ammontare complessivo di ricavi pari o superiore a 750 milioni di euro, e un ammontare di ricavi pari o superiore ai 5,5 milioni.
La tassa dovrà essere versata entro il 16 marzo dell’anno successivo, successivamente, dovrà essere presentata la dichiarazione annuale dell’ammontare dei servizi tassabili forniti, entro e non oltre il 30 giugno dello stesso anno.
 

Web Tax Italia 2020: quali sono i servizi digitali tassabili



L’imposta sul digitale del 3% riguarda i servizi digitali inerenti alla:

  • Veicolazione di pubblicità online mirata agli utenti online;
  • Messa a disposizione di un’interfaccia online multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi;
  • Trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale.


Novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2020 sulla Web Tax Italia



Le ultime modifiche del testo della Decreto Fiscale 2020, riguardo alla tassa sui servizi digitali, riguardano alcuni aspetti previsti dai commi 35 e 50 del DL n.45/2018:

  • sono state chiarite le modalità di applicazione dell’imposta con riferimento ai corrispettivi colpiti, alle dichiarazioni e alle scadenze
  • è stato confermato l’obbligo di nominare un rappresentante fiscale per i soggetti passivi non residenti in Italia
  • è stata introdotta una norma di chiusura, che disciplina l'abrogazione dell’imposta sui servizi digitali nel momento in cui entreranno a vigore nuove disposizioni UE in materia di tassazione dell’economia digitale.


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