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Flat Tax: sarà davvero un vantaggio per tutti?
C’è grande fermento intorno alla nuova riforma per la MIni Flat Tax che prevede l’estensione dell’aliquota del 15% per le Partite Iva con redditi fino a 100mila Euro.
In base ai nuovi dati sulle dichiarazioni dei redditi emerge chiaramente che la nuova riforma per la Flat Tax gioverebbe in realtà solo ai redditi alti.
Grande festa sarà per chi registra redditi tra 26mila e 80mila Euro poichè vedrà le tasse praticamente dimezzarsi.
Gli speranzosi lavoratori con redditi medio-bassi ne ricaveranno invece esigui vantaggi.
Conti alla mano per loro i cambiamenti saranno ben pochi.
Grande fermento, grande disappunto
Questo il motivo per cui nelle ultime ore le opposizioni si sono risvegliate sull’argomento attaccando duramente sia Salvini che l’assopimento sull’argomento dei cinquestelle poichè sembrerebbero sostenere gli unici interessi della parte più ricca della popolazione.
Ma di che percentuali parliamo?
Ben più del 60% delle 3,8 milioni di Partite Iva attive in Italia sarebbe escluso dai benefici della flat tax.
In base all’analisi delle ultime dichiarazioni dei redditi disponibili, relative al 2017, pubblicate sul sito del Mef (Dipartimento delle finanze del Ministero dell’Economia) emerge che i lavoratori con un reddito fino a 20mila euro, ovvero più della metà, già oggi pagano un’aliquota inferiore al 15%.
A questi si aggiunge un ulteriore 9% delle Partite Iva, ovvero i redditi compresi tra 20 e 26 mila Euro (circa 340mila soggetti) che attualmente paga un’aliquota molto simile pari al 15,2% e che quindi non ne trarrebbe alcun vantaggio.
Nel disegno di legge per loro è comunque prevista una “clausola di salvaguardia” che consenta di optare per il nuovo regime solo nel caso risultasse più conveniente.
Chi beneficerà realmente del provvedimento sara un esiguo 19,8% delle Partite Iva che registra redditi tra i 26mila e gli 80mila Euro.
Parliamo di 885mila lavoratori per i quali al crescere del reddito cresce aumenta anche il risparmio sulle tasse.
I maggiori vantaggi poi li avranno i redditi tra 75mila e 80mila Euro che vedrebbero le tasse praticamente dimezzarsi.
La flat tax serve davvero?
Allo stato attuale queste partite Iva con alti redditi pagano un’aliquota pari al 31,1%, parliamo in media di un’imposta netta di 20.610 Euro.
Grazie alla Flat Tax otterrebbero in un solo colpo uno “sconto” del 52% registrando, conti alla mano, un risparmio di più di 10mila Euro.
Stando a quanto dichiarato da Salvini il primo passo sarà fatto verso i redditi fino ad 80mila Euro, resterebbero quindi inizialmente fuori circa il 10% delle partite Iva con redditi superiori agli 80mila Euro.
Per queste come prevedibile ci sarebbe una discesa vertiginosa dell’imposizione Irpef a partire da meno 18 punti percentuali.
Anche restringendo la platea alle sole imprese soggette ad Irpef il risultato non cambia.
Un premio potenziale
Si tratta in ogni caso di un "premio potenziale"
Una volta definita la manovra nel dettaglio tutti dovranno valutare concretamente quale regime sarà più conveniente.
Potrebbero infatti presentarsi casistiche in cui il regime ordinario potrebbe ancora risultare più vantaggioso.
Un esempio potrebbe essere quando si hanno molte detrazioni da presentare che abbattono l'Irpef o quando si hanno molte spese che conviene detrarre analiticamente.
Per poter aderire alla nuova Flat Tax sono inoltre necessari requisiti aggiuntivi. Alcuni di questi sono il non pagare più di 5mila Euro l'anno a dipendenti e collaborati o non avere più di 20mila Euro di beni strumentali.
Resta infine da definire come saranno trattati i redditi dei soggetti che registrano entrate sia da lavoro dipendente che da Partita Iva.
Nel regime esistente i redditi si sommano per determinare l’aliquota tranne nel caso in cui si aderisca al regime forfettario che comunque può essere valutato solo per redditi da lavoro dipendente entro 30mila Euro.