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Come valutare lo stato di salute aziendale: la guida
Valutare lo stato di salute di un’azienda significa conoscere a pieno l’equilibrio produttivo e organizzativo dell’intera realtà imprenditoriale. Non è un processo semplice, che porta a risposte immediate ed è fondamentale conoscere tutti gli indicatori che determinano lo stato di salute dell’azienda e tutti gli strumenti da utilizzare.
Quando si effettua una valutazione complessiva di un’azienda entrano in gioco degli indicatori molto importanti: la crescita aziendale, l’efficienza e la liquidità.
La crescita aziendale rappresenta l’incremento del fatturato, che va paragonato anno per anno. Nella teoria, più cresce il fatturato e più aumentano le possibilità di avere un’azienda in salute ma, è bene prendere in considerazione altri aspetti molto importanti:
La crescita del fatturato deve essere valutata in un periodo temporale molto ampio, perché una crescita di ricavi improvvisa in un anno può essere relativa ad un solo evento occasionale e l’anno successivo è possibile che questa non venga riconfermata.
La seconda riflessione è incentrata sulla redditività, ponendosi la domanda su quanti ricavi del fatturato restano effettivamente all’azienda, una volta sottratti tutti i costi. Un aumento degli introiti non è sintomo di salute, in quanto porta ad un aumento di costi che portano alla riduzione dell’EBITDA (Earnings Before Interest, Tax, Despreciation and Amortization), ovvero i ricavi effettivi che restano all’azienda.
Valutare lo stato di salute aziendale: gli indicatori di liquidità e solidità
Dopo aver determinato i concetti di crescita e redditività, è fondamentale valutare lo stato di salute aziendale attraverso delle analisi più approfondite, che introducono un altro concetto molto importante, la liquidità. Attraverso questo concetto si esprime la possibilità di un’azienda nell’avere un capitale circolante che le permette di far fronte all’intero ciclo di entrate e uscite. Tante aziende, pur avendo un buon margine di redditività e un fatturato crescente, manifestano un deficit di liquidità.
Un’azienda raggiunge un buon livello di efficienza quanto trova l’equilibrio nella gestione delle entrate e delle uscite.
Si passa poi a valutare un terzo parametro molto importante, che si ottiene analizzando il bilancio, la solidità. Tale parametro rappresenta l’equilibrio che una realtà imprenditoriale riesce a mantenere tra i finanziamenti interni ed esterni. L’entità di solidità può essere verificata mettendo a rapporto il proprio capitale con i capitali di terzi.
L’indicatore di solvibilità
Il parametro di solvibilità è strettamente collegato all’indice di solidità e rappresenta la capacità di un’azienda nel generare i giusti flussi di cassa per coprire i debiti. Per verificare la solvibilità aziendale si ricorre al calcolo dell’indicatore DSCR (Debt Service Coverage Ratio), che si ottiene rapportando i flussi di cassa alla somma degli oneri finanziali e al debito da restituire.
Valutare lo stato di salute di un’azienda: gli strumenti da utilizzare
Lo strumento principale da utilizzare per la valutazione dello stato di salute di un’azienda è l’analisi di bilancio che ha l’obiettivo di interpretare l’andamento economico, finanziario e patrimoniale di un’azienda. Come lo interpreta? Attraverso lo studio del bilancio d’esercizio e dei bilanci intermedi, previsionali e attraverso lo studio dei dati. In questo caso, tutti i dati riportati dal proprio software gestionale, che comprendono anche tutte le fatture inviate e ricevute, sono fondamentali.
L’analisi di bilancio prevede l’utilizzo di strumenti per rielaborare i dati contabili con diverse procedure:
Identificazione della fonte dei dati;
Lo studio dei dati;
La definizione degli schemi di riclassificazione di stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario da utilizzare per l’interpretazione dei dati;
La riclassificazioni delle voci per esprimere i dati in una modalità che agevoli la loro Interpretazione.
Analisi per margini e indici
Dopo aver eseguito tutte le procedure citate, è possibile procedere all’analisi per margini e indici. L’analisi per margini è un’operazione che consiste nel visualizzare tutte le differenze tra due quantità di stato patrimoniale (o conto economico) e valutare l’entità in termini assoluti e di segno, quindi positivo o negativo.
Tra i principali margini di stato patrimoniale troviamo gli indicatori citati nel primo paragrafo, quali la liquidità e la solvibilità che comprendono il margine di disponibilità e il margine di tesoreria. L’indicatore di solidità, invece, comprende il margine primario di struttura e il margine secondario di struttura.
L’analisi per indici traduce i dati riclassificati di bilancio in rapporti che sintetizzano le informazioni, consentendo un confronto più agevole tra i dati. I principali indici patrimoniali che rientrano nelle categorie di liquidità e solvibilità sono: il quoziente di disponibilità e il quoziente di tesoreria. Tra quelli che rientrano nell’indice di solidità troviamo il quoziente primario di struttura e il quoziente secondario di struttura.
L’ultima procedura da utilizzare per eseguire un’analisi di bilancio completa è rappresentata dalla realizzazione dei modelli di scoring. Ci riferiamo a modelli di previsione delle insolvenze che si basano su metodologie di carattere statistico-quantitativo e sul calcolo degli indici di allerta selezionati dal CNDCEC, al fine di diagnosticare in fase precoce le crisi aziendali.