Attualità
Piano transizione 4.0: come funzionano i nuovi crediti d'imposta
Il Piano Transizione 4.0 è la nuova politica industriale del Paese, che presta maggiore attenzione all’innovazione e alla sostenibilità. Prevede degli investimenti green, incentivi per le attività di design e ideazione estetica e incentivi legati alla formazione 4.0.
I nuovi crediti d'imposta previsto con il Piano Transizione 4.0 sostituisce le misure disponibili fino allo scorso anno, tra cui l'iperammortamento e il superammortamento. È prevista anche una misura specifica per i beni immateriali, in particolare per i software, ovvero un credito di imposta al 15% per investimenti con un tetto massimo di mezzo milione di euro.
Piano Transizione 4.0: i crediti d’imposta con scadenza al 31 dicembre 2020
Le principali azioni del Piano Transizione 4.0 sono incentrate a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale.
Nell’ambito della ricerca e sviluppo, i crediti d’imposta hanno l’obiettivo di stimolare la spesa privata per la ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica, così da sostenere la competitività delle imprese e favorire i processi di trasformazione digitale, nell’ambito dell’economia circolare e con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. Questi ultimi mesi possono essere utili per fruire degli incentivi fiscali previsti dal Piano Transizione 4.0.
È fissata al 31 dicembre 2020 la scadenza dei crediti d’imposta per gli investimenti in:
Beni strumentali;
Ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica;
Formazione 4.0.
Piano Transizione 4.0: cosa è cambiato
La Legge di Bilancio 2020 ha rinnovato gli incentivi per l’acquisto di beni strumentali interconnessi o non da parte delle imprese, cambiando la modalità per godere dell’agevolazione: come riferito nei precedenti paragrafi, il super ammortamento è stato sostituito con un credito d’imposta pari al 6% del valore del nuovo bene acquistato, per investimenti fino a 2.000.000 di euro. L’iper ammortamento, invece, è stato sostituito con un credito d’imposta pari al 40% o 20% del valore dei beni materiali acquistati. Del 15% è il credito d’imposta per i beni immateriali.
Tra i cambiamenti principali, troviamo anche l’introduzione delle aziende con utili non dichiarati nella lista dei soggetti che possono godere dei crediti d’imposta. Tuttavia, ci sono degli adempimenti burocratici nuovi da seguire:
Comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico per le imprese che godono delle agevolazioni 2020;
Eseguire una perizia obbligatoria per i beni di valore pari o superiore a 300.000 euro;
Inserire nelle fatture e nei documenti relativi l’acquisto dei beni agevolati, il riferimento alle disposizioni presenti nei commi 184-194 della Legge 160 del 27 dicembre 2019.
Le attività di ricerca industriale, fondamentale e sviluppo sperimentale nell’ambito scientifico e tecnologico, godono del credito d’imposta del 12% per spese agevolabili fino a 3 milioni di euro.
Le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi, godono di un credito d’imposta pari al 6% per spese agevolabili fino ad 1,5 milioni di euro. Il discorso cambia per le attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di un obiettivo ecologico o di innovazione digitale 4.0: in questo caso, il credito d’imposta è pari al 10% delle spese agevolabili per un limite di 1,5 milioni di euro.
Credito d’imposta formazione 4.0
Fino al 31 dicembre 2020 le imprese potranno beneficiare anche del credito d’imposta formazione 4.0, prorogato dalla legge di Bilancio 2020. Il beneficio spetta per attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze tecnologiche dei lavoratori dell’impresa, relative ai: big data e analisi dei dati, cloud, fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione, realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali.
Rientrano nel credito d’imposta sia attività formative organizzate direttamente in impresa, con un personale docente o con personale docente esterno assistito da un “tutor”, sia attività formative la cui organizzazione e realizzazione sia appaltata a soggetti esterni come: soggetti accreditati per la formazione, finanziati da regione o provincia, università, soggetti accreditati presso fondi interprofessionali o Istituti tecnici superiori.
Il credito d'imposta formazione 4.0 si suddivide in tre tipologie:
50% delle spese ammissibili per le piccole imprese, per un costo massimo di 300.000 euro;
40% delle spese ammissibili per le medie imprese, per un costo massimo di 250.000 euro;
30% delle spese ammissibili per le grandi imprese, per un costo massimo di 250.000 euro.
Scopri di più sul piano transizione 4.0 sul sito del Ministero dello sviluppo economico.