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Legge di Bilancio: che cos'è la Plastic Tax e in cosa consiste
La plastic tax è una delle tasse più chiacchierate di questa nuova fase economica e fiscale del nostro paese.
Dovrebbe entrare in vigore nel 2020, ed è contenuta nella bozza della prossima Legge di Bilancio: prevede imposte su prodotti di materiale plastico monouso come bottiglie di plastica, buste e vaschette in polietilene. Sono compresi nella tassa anche il polistirolo, i tappi delle bottiglie e i materiali plastici usati per protezioni e imballaggi.
L’obiettivo della plastic tax è quello di sviluppare un’economia circolare e tutelare l’ambiente riducendo la quantità di rifiuti e l’inquinamento.
La nuova tassa sui prodotti di plastica, prevista dalla bozza della manovra finanziaria, dovrebbe portare nelle casse dello stato poco meno di 3 miliardi.
La tassa sulla plastica comprende, in parte, la direttiva europea adottata a maggio dal Consiglio Ue. Secondo le nuove norme europee i materiali in plastica monouso come: piatti, posate, cannucce, e bastoncini cotonati, saranno vietati entro il 2021.
Le bottiglie di plastica dovranno avere un contenuto riciclato di almeno il 25 per cento entro il 2025.
In cosa consiste Plastic Tax e perché divide la maggioranza
Nella bozza della manovra 2020, non tutti i prodotti monouso sarebbero colpiti dall’aumento. Sono escluse tutti quegli oggetti di plastica che possono avere un uso più duraturo.
Da un lato la Plastic Tax si dirige verso una politica ambientale più consapevole, dall’altro rappresenta un rischio per l’industria del settore. Per evitare ciò, sono previsti incentivi per le aziende che operano con la plastica e decideranno di produrre materiali biodegradabili, fino ad ora si prevede un credito d’imposta del 10 per cento sulle spese sostenute.
Attualmente ci sono posizioni divergenti nella maggioranza: Matteo Renzi chiede il ritiro della tassa, mentre Di Maio afferma che la Plastic Tax deve essere mantenuta in quanto rappresenta un passo importante verso l’ambiente.
In Emilia Romagna, regione leader nel comparto del packaging e dell’imballaggio, il presidente regionale Stefano Bonaccini chiede una revisione della tassa.
Cosa cambia per i consumatori?
Secondo la Federcosumatori la Plastic Tax porterà un aumento di 138 euro per famiglia, mentre la Codacons dichiara che le famiglie italiane andrebbero incontro ad un rincaro di 165 euro.
Ricordiamo che, secondo dei calcoli provvisori, se la plastic tax verrà confermata, lo stato italiano avrà un rientro di 1,1 miliardo di euro nel 2020.
La critica mossa da diverse imprese del settore, è che l’attuale misura farebbe raddoppiare il costo della materia prima e non risolverebbe i problemi ambientali legati all’eccessiva produzione di plastica.
Le imprese hanno spiegato come la nuova tassa sulla plastica aumenterebbe di moltissimo le spese aziendali e per far fronte alle maggiori uscite dovrebbero raddoppiare il prezzo finale del 110%.
Vedi anche quali normative entreranno in vigore dal 1° Gennaio 2020
Ultimi aggiornamenti plastic tax
Il Governo vuole introdurre la plastic tax dal 1° Aprile 2020, anche se per molti non sembra scommettere su una reale riduzione di prodotti inquinanti.
Il prelievo di 1 euro per ogni kg di plastica dei materiali plastici monouso, dovrebbe garantire maggiori entrate per un miliardo nel 2020.
Per arginare la crescente produzione di imballaggi e contenitori plastici monouso, e quindi anche la loro dispersione nell’ambiente, la nuova plastic tax verrà accompagnata da un credito d’imposta per chi riconverte gli impianti di produzione di prodotti biodegradabili e compostabili.
Il Mef sta già lavorando all’idea di ridurre il prelievo di 1 euro al chilo e tornare all’ipotesi iniziale di un’imposta di consumo ridotta per il primo anno e incrementata negli anni successivi: l’ipotesi è quella di ridurre tra i 60 e i 40 centesimi l’imposta applicata al chilogrammo di plastica.
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